RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - Ora la stessa severità per gli agenti della Diaz

Genova, 15 Dicembre 2007

 

Anna Julia Kutschkau, tedesca di 27 anni, nel 2001, nella scuola Diaz, venne presa a calci in faccia, perse sette denti e fu imprigionata a Bolzaneto dove subì ulteriori umiliazioni. Da un anno vive a Genova dove sta concludendo il suo dottorato in storia moderna. Ieri era in aula per ascoltare la sentenza nei confronti dei 25 imputati.
Cosa ne pensa?
«I´m not happy. Non sono felice. E vorrei che i giudici italiani fossero severi anche con i poliziotti che mi picchiarono alla Diaz».
Le accuse erano pesanti?
«Ma queste sono pene durissime. Loro erano manifestanti che si ritrovarono coinvolti in disordini provocati anche dal comportamento delle forze dell´ordine. Le condanne contro di loro sono contro tutti i manifestanti».
Lei è una delle 93 parti offese del processo Diaz, come crede finirà?
«Io vorrei che ci fosse altrettanta severità nei confronti dei poliziotti che ci picchiarono e poi ci arrestarono ingiustamente. Ma sinceramente - dice abbozzando un sorriso - non credo che ciò accadrà. Immaginare, come sarebbe giusto, che tutti i poliziotti che hanno commesso abusi non indossino più la divisa è impensabile».
Lei cosa vorrebbe?
«Mi auguro che ci sia almeno una risposta per le responsabilità. Secondo molti di noi della Diaz però, già il processo in sè è un grande risultato, e aver potuto raccontare ai giudici la nostra versione è comunque una rivincita. Quello che ricordo di quelle ore non è tanto il dolore, che c´era eccome, ma il senso di impotenza. Io non vorrei che dopo il processo certe cose potessero essere ancora concesse ai poliziotti violenti».